mercoledì 7 maggio 2008

BUITONI

La scelta politica fatta dagli industriali nei riguardi della Buitoni è senz’altro di chiusura della fabbrica e di annichilimento degli operai e dei sindacati che si porterebbero una ben costruita colpa.
Il problema della Buitoni è che si trova in Toscana regione quanto mai esposta ad attacchi politici da destra e ne fa quindi un potenziale obbiettivo di pressione politica. Non quindi un problema economico di un azienda che è sana ma proprio il suo essere sana ne fa il capro sacrificale sul l’altare del neo liberalismo mistico-capitalista.
Fanno altre si bene ad opporsi ad un acquisto dei napoletani che completerebbero la loro distribuzione e tenderebbero a smantella re la fabbrica.
Resta il fatto che dopo il protezionismo nella trattativa di acquisizione della Alitalia e quanto mai difficile trovare acquirenti europei o stranieri e penso che la classe politica dovrebbe operare in tal senso per aggiustare i danni di immagine creati da un protezionismo quanto mai astratto quando serve e spesso di ripicca quando non serve.
Un partecipazione mista di operai e stato e forse di qualcuno interessato nell’acquisto della Buitoni sarebbe auspicabile, tanto poi si può sempre rivendere.

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